Madonna in adorazione del Bambino
Alba, Chiesa di San Giovanni Battista
AUTORE
Macrino d'Alba - Gian Giacomo de Alladio
SOGGETTO
Madonna in adorazione del Bambino con i Santi Giuseppe, Nicola da Tolentino, Agostino, Gerolamo e angeli musicanti
DATAZIONE
1508
UBICAZIONE ATTUALE
Alba, Chiesa di San Giovanni Battista
PROVENIENZA
Alba, chiesa di San Giovanni Battista
TECNICA
Tempera su tavola
La tavola si trova sul terzo altare a sinistra nella chiesa di San Giovanni ad Alba e rappresenta L'Adorazione del Bambino: Gesù è coricato su una stuoia a terra, a destra la Vergine inginocchiata con accanto San Nicola da Tolentino e San Giuseppe in piedi, sull'altro lato troviamo in piedi Sant'Agostino che appoggia una mano sulla spalla di San Gerolamo inginocchiato; l'artista ha utilizzato per la sacra famiglia i cartoni già utilizzati nel 1502 e nel 1505 (l'Adorazione della Collezione Kress e la Madonna in adorazione con santi della Galleria Sabauda). Nel cielo vi sono tre angeli musicanti, in basso a sinistra sotto il manto della Vergine si legge la firma apocrifa Macrinus faci.t 1508. Vernazza cita quest'opera in uno scritto non datato e ci informa che si trovava sull'altare della cappella dei Cantoni, famiglia che aveva il patronato dell'altare di Sant'Agostino, sullo sfondo si nota un'esedra in rovina, un portico e delle colonne troncate. Nel corso dell'Ottocento nessun documento, riferito alla chiesa di San Giovanni, fa cenno di quest'opera, che ricompare poi all'inizio del Novecento; questa momentanea scomparsa è dovuta molto probabilmente al fatto che l'opera fu ritirata dall'altare durante il periodo napoleonico e custodita presso la famiglia Cantoni.
Da una lettera del 1986, conservata presso la Biblioteca Civica di Alba, sappiamo che la pala fu ufficialmente donata alla chiesa, in una data non precisata, dal figlio della contessa Cantoni, la quale l'aveva lasciata in deposito presso San Giovanni. La famiglia Cantoni compare nei documenti dell'Archivio Storico di Alba al tempo di Macrino, ma non vi sono documenti che attestano una relazione con il pittore e neppure abbiamo informazioni su un possibile rapporto dei Cantoni con la Chiesa di San Giovanni o con l'ordine degli agostiniani, a cui era stata concessa la chiesa, e neppure aiutano le visite pastorali che non parlano degli altari e dei loro patronati. Ma la presenza nel dipinto di Sant'Agostino e di San Nicola di Tolentino, altro santo agostiniano, spinge con sicurezza verso una destinazione per gli agostiniani di Alba per i quali il Macrino probabilmente aveva già lavorato, come riferiscono alcune fonti documentarie che citano un affresco con la Madonna e il Bambino, San Rocco e San Giuseppe sul muro del convento di San Giovanni e un'ancona con la Vergine in gloria, Sant'Agostino, Santa Monica e due pontefici cari all'ordine agostiniano.
Quest'opera è un esempio della maniera tarda del pittore, definita da un colore meno squillante, gli abiti si caratterizzati per i colori scuri con l'unica eccezione del luminoso giallo dell'abito di San Giuseppe, in generale la luce è più fluida e scivola delicatamente sui personaggi, meno rigidi nella loro disposizione; anche il disegno ha allentato la sua asprezza, lasciando emergere una maggiore morbidezza negli incarnati. Il cielo è uno dei più autentici della produzione macriniana, le colline sembrano quelle di Langa e si scorge su di un'altura una chiesa che riecheggia il Duomo di Alba; ma l'ambientazione architettonica, con l'esedra e alcuni monumenti in rovina, arriva a togliere respiro alla scena; l'artista si è ormai allontanato dalla maniera cortigiana e ancor più si è lasciato alle spalle le ossessioni toscoromane, in questa fase involutiva della sua produzione sembra contorcersi su soluzioni già sperimentate senza arrivare a nulla di inedito.
Bibliografia
E.Villata, Macrino d'Alba, Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2000.
G. Romano, (a cura di), Macrino d'Alba, protagonista del Rinascimento piemontese, catalogo della mostra promossa dalla Fondazione Ferrero (Alba, 20 ottobre-9 dicembre 2001), Editrice Artistica Piemontese, Savigliano, 2001.