Giuseppe Govone
Le molte vite di un uomo del risorgimento: soldato, diplomatico, agente segreto e politico
AUTORE:Contaretti Franco
CASA EDITRICE:L’Arciere
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2008
PAGINE:182
COLLOCAZIONE: Sala Gallina - Piano 1 STATO DI CONSERVAZIONE: Ottimo
La vita del generale Giuseppe Govone, o meglio, le molte vite di un uomo del Risorgimento: soldato, diplomatico, agente segreto e politico sono raccontate da Franco Contaretti sulla base di documenti e cronache dell’epoca e di documenti inediti che fanno giustizia di tanta tradizione negativa che del generale albese mettevano soprattutto in evidenza la repressione della rivolta di Genova e la lotta al brigantaggio nel regno borbonico, annesso allo stato sabaudo con la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi.
Giuseppe Gaetano Maria dei conti Govone nasce ad Isola d’Asti il 19 novembre 1825, secondogenito di Ercole, sindaco di Alba dal 1845 al 1848, e di Francesca Mussi. La nascita ad Isola d’Asti è casuale, poiché la famiglia divide il proprio tempo fra Alba, ove risiede in via Vida, nell’elegante palazzo dei Govone-Caratti e Isola, nella comoda villa in frazione Mongovone.
Inviato all'Accademia Militare di Torino il 16 marzo 1836, il 16 novembre 1847 è ufficiale effettivo nel Corpo di Stato Maggiore.
Dal 1848 al 1866 tutte le campagne militari del Risorgimento condotte in prima fila, talvolta con la possibilità di cambiarne l’esito, come a Custoza nel 1866. Nei primi anni Cinquanta, inviato nel lontano teatro del Danubio, poi in Crimea, Govone si rivela sin da giovane capace di unire la freddezza dello stratega con lo slancio e lo spericolato coraggio dell’uomo dell’avventura. Piero Pieri, uno dei massimi storici militari, lo colloca fra i più intelligenti ufficiali del piccolo esercito piemontese che si avviava all’unificazione del Paese. Fondatore dei servizi segreti, si troverà ancora sui fronti più difficili del nuovo Stato, come il brigantaggio.
Divenuto ministro con Giovanni Lanza e Quintino Sella, dopo aver assunto posizioni invise ai vertici militari e alla monarchia, deve dimettersi nel settembre 1870: aveva predisposto i piani per la conquista di Roma, ma non aveva potuto coglierne i frutti, vittima di una follia precoce che lo condusse a prematura morte il 25 gennaio 1872.
I funerali, celebrati nella chiesa di San Domenico ad Alba, videro la partecipazione di moltissimi ufficiali dell’esercito, le fanfare del 59° e 60° Fanteria, politici e soprattutto una sterminata presenza di poveri al corteo funebre per testimoniare tanta beneficenza, tante largizioni, tanti atti di cristiana pietà di cui la famiglia Govone era nota in città.