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Storia di Giuseppe l'Ebreo - paliotto, Santa Famiglia - tabernacolo

Alba, Tempio di San Paolo, Cappella di San Giuseppe

L'artista Narciso Càssino realizza per il Tempio di San Paolo tre opere, passando dall'ideazione del maestoso portale d'ingresso, fino ad arrivare all'eleganza minuta di due bassorilievi: il paliotto d'altare in marmo e la portella del tabernacolo in bronzo, della cappella di San Giuseppe. Lo scultore, dunque, si cimenta sia con la macrodimensione del portone, sia con la raffinatezza della scultura in miniatura.
La portella del tabernacolo rappresenta la Santa Famiglia seduta ad un tavolo imbandito; Giuseppe offre un pane a Gesù, il Pane di Vita, il Bambino è sorretto dalle braccia della Vergine Maria, che assiste alla scena. In alto due putti svolazzanti, sotto i quali è riportata la frase di San Bernardino da Siena: Omnibus electis Panem de caelo cum multa solertia enutrivit (Con tanto amore diede da mangiare il Pane disceso dal cielo a tutti gli eletti).
Bassorilievo molto raffinato in cui le figure, appena abbozzate, risaltano dallo sfondo con delicata eleganza; l'autore sa rendere la scena con tono familiare, come se si trattasse di un momento di vita quotidiana, spiata dall'esterno.
Il paliotto d'altare illustra in tre momenti la Storia di Giuseppe l'Ebreo, venduto dai fratelli a mercanti ismaeliti. Partendo da sinistra, la prima scena in cui i tre fratelli si presentano al Faraone per acquistare il grano; al centro i tre mentre si dirigono verso Giuseppe, che il Faraone ha nominato Capo di tutto l'Egitto, infine l'episodio in cui Giuseppe vende il frumento e svela ai fratelli la propria identità. La narrazione si svolge in maniera ritmata, i fratelli sempre in piedi in fila, formano tre gruppi al centro del paliotto, che è chiuso alle due estremità dalle figure del Faraone, da un lato, e di Giuseppe dall'altro, che seduti, paiono raccogliere la scena in una sorta di inquadratura.
Elementi decorativi sono le foglie di palme sullo sfondo, che alludono al luogo dei fatti: l'Egitto e ornano come motivi floreali la piccola scultura. I tre gruppi dei tre fratelli, disposti diagonalmente, risaltano dalla parete di fondo, dando profondità e movimento all'opera. I corpi dei personaggi scolpiti a tutto tondo acquistano nei leggeri panneggi degli abiti solidità e consistenza fisica, emergendo dalla bidimensionalità della formella e creando effetti di luce e di ombra, che cadenzano il racconto.
Recentemente scomparso, 31 gennaio 2003, lo scultore Narciso Càssino ha ottenuto nel corso della sua lunga carriera numerosi riconoscimenti e a partire dagli anni Cinquanta raggiunge fama nazionale, distinguendosi soprattutto nella produzione di opere d'arte sacra. Nato a Candia Lomellina (Pavia) nel 1914, nel 1935 entra all'Accademia di Belle Arti di Brera, dove il primo anno frequenta il corso di pittura di Aldo Carpi, per poi passare a quello di scultura del Maestro Francesco Messina, scoprendo così la sua vera passione. Il debutto nel mondo dell'arte avviene nel 1936 con la prima esposizione e d'ora in poi saranno molte le partecipazioni a Biennali e Mostre d'Arte Sacra. Nonostante insegni al Liceo Artistico di Milano, egli vive e lavora nel paese natio, luogo in cui trova ispirazione per la sua arte. Il quotidiano entra quindi nelle opere, i suoi soggetti sono infatti presi dalla strada, nei ritratti ritroviamo i visi di amici e parenti, e spesso, le Madonne hanno il volto della moglie, sua principale modella.

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