TABLINO Paolo

1928 - 2009 Missionario in Africa - Medaglia d'Oro della città di Alba 2006

Padre Paolo Tablino Possio nasce ad Alba il 24 maggio 1928.
Ordinato sacerdote il 3 dicembre 1950 nella Cappella del Seminario Maggiore da Mons. Carlo Stoppa, fu per due anni vicerettore del Convitto Civico. Divenne professore nel Seminario Diocesano dal 1952 al 1959 e, nello stesso periodo, assistente diocesano della Gioventù Italiana di Azione Cattolica (GIAC), in cui, seguendo le tracce di Sandro Toppino, Giuseppe Pieroni, Andrea Monchiero, Alberto Abrate, di cui don Tablino scrisse una interessante biografia, collaborò con Ettore Paganelli, Armando Serra, Pino Prandi, Cesare Delpiano ed altri nella formazione di molti giovani della città e della Diocesi, tra cui Ugo Drello, Enzo Demaria, Cesare Boffa, Piervincenzo Bondonio e Giancarlo Drocco con i quali fondò il giornale studentesco “II Bandolo”.
Fu quella una straordinaria generazione che si riconobbe in Carlo Carretto, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, la cui spiritualità ha certamente segnato la vocazione missionaria di don Tablino.
Fu assistente del Centro Sportivo Italiano (C.S.I.) in cooperazione con Vincenzo Vada ed altri dirigenti, quali Mario Fontani, Albino Gallina. Fondò negli stessi anni il Centro Turistico Giovanile (C.T.G.) con Oreste Cavallo ed altri. Per sette anni celebrò ogni mattina la prima Messa nella Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano.
Memorabile fu un tour in auto del Mediterraneo, organizzato come pellegrinaggio in Terrasanta attraverso Italia, Grecia, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Egitto, Libia e Malta, compiuto dal Gruppo Scout Alba 1 con don Carlo Bertoldi, Paolo Calcagno, Dantino Simonelli e Antonio De Nicola.
Don Paolo Tablino ha tutt’oggi una grande passione per la ricerca: la scienza, la chimica, la riscoperta di culture e lingue, in particolare il “borana” e l’annuncio del Vangelo.
La grande fede, unita ad un animato spirito di conoscenza hanno fatto di Padre Tablino un uomo aperto al dialogo e rispettoso delle altre culture e religioni.
Il coraggio, la forza d’animo e la generosità verso il prossimo lo hanno sostenuto nell’intraprendere la difficile strada delle missioni, una scelta di vita che lo portò in Kenya (Fidei Donum), dal 1959 al 1980.
Rientrato in Diocesi, canonico in Cattedrale, fu chiamato all’Ufficio Nazionale della CEI per la cooperazione missionaria tra le chiese, dove lavorò per cinque anni per il collegamento dei missionari italiani in Africa ed Asia con i Vescovi italiani, in qualità di responsabile del CEIAS (Centro Ecclesiale Italiano per Africa e Asia).
Nel 1985 ritornò nuovamente in Kenya e continuò la sua opera a Marsabit fino al 1998, allorché, segno concreto e tangibile della sua missionarietà, entro nell’Istituto Missioni Consolata.
Nel 1960 raggiunse don Bartolomeo Venturino a Nyeri, dove con lui insegnò nel Seminario del Clero Indigeno di San Paolo per quattro anni e poi si spinse nel deserto settentrionale del Kenya, dove dal 1964 con gli altri presbiteri albesi don Giovanni Rocca, don Giovanni Asteggiano, don Pietro Pellegrino, don Vincenzo Molino, don Giacomo Tibaldi e don Bartolomeo Rinino fondarono e svilupparono le tre missioni di Marsabit, Maikona e North Horr, condividendo con i nomadi Borana, Gabra, Rendille, Samburu e Turkana la vita e studiandone lingue e costumi. Dal 1999 svolge la sua opera nel distretto Samburu ad Archer’s Post ed a Maralal; nel 2006 ritorna a Marsabit.
Pubblica tre volumi: 1980 I GABBRA DEL KENYA - EMI, Bologna - in italiano, con belle foto in bianco e nero (ormai introvabile); 1999 THE GABRA, CAMEL NOMADS OF NORTHERN KENYA (Paulines Nairobi); 2004 CHRISTIANITY AMONG THE NOMADS The Catholic Church in Northern Kenya Vol. I; 2006 CHRISTIANITY AMONG THE NOMADS Vol. II (in via di stampa). Dagli anni ‘80 ad oggi sono usciti vari articoli e studi su riviste specializzate.
Tutti gli anni don Tablino pubblica un calendario plurilingue, con feste e celebrazioni secondo le varie tribù, lingua e religioni del Kenya, Etiopia e Somalia, con speciale riferimento alle fasi lunari, preziosissimi per capire le varie culture.
Numerosi i corsi tenuti a Roma, durante l’intervallo passato in Italia al CEIAS, per la preparazione dei missionari in partenza per l’Africa.
Sulla montagna di Marsabit Don Tablino vive e comunica il “discorso delle Beatitudini”, nelle scuole costruite e frequentate senza esclusione alcuna di religioni (una scuola sostenuta tuttora da gruppi e amici della Diocesi di Alba. una scuola molto qualificata e aperta). Condivide con i nomadi, di cui studia lingua e stili di vita, l’acqua, i silenzi, il deserto e l’accoglienza.
Indimenticabili le testimonianze fotografiche di grandi suoi amici, Piero Masera e Aldo Agnelli.
Muore a Nairobi il 4 maggio 2009.

19 maggio 2006

Medaglia d'oro della città di Alba

Paolo Tablino, dopo essere stato impegnato in gioventù nell’Azione Cattolica, entrò nel Seminario Maggiore di Alba per seguire la sua vocazione sacerdotale.
Dopo una prima esperienza sacerdotale in diocesi come assistente di Azione Cattolica, nel 1959, andò missionario in Kenya dove si fermò sino al 1980 per ritornarvi poi nel 1985 e aderire ai missionari dell’Istituto Consolata nel 1998.
Morì il 4 maggio 2009 a Nairobi.
Per aver sensibilizzato e coinvolto gli albesi alla condivisione ed alla solidarietà, avvicinandoli alle realtà sostenute dal mondo delle missioni, per i tanti traguardi raggiunti nella sua avventurosa vita, vissuta sempre con grande rigore e non dimenticando mai i suoi amici albesi e la sua città natale, per aver incarnato la concretezza, lo spirito profondo della Città, di quella tradizione del cattolicesimo democratico che ha formato generazioni di albesi e caratterizzato la vita politica cittadina, la città di Alba, sindaco Giuseppe Rossetto, gli ha conferito, con delibera n. 222 del 19 maggio 2006 la Medaglia d’Oro della Città di Alba.

 

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