Palestra all'interno del complesso della Maddalena
All'inizio degli anni Trenta, compare ad Alba uno dei primi interventi di costruzione ex-novo all'interno del centro storico. Si tratta di un edificio che non cerca il dialogo con le preesistenze, ma che anzi si propone come modello di assoluta novità, e si allinea, con la sua immagine spiccatamente moderna, con le tendenze architettoniche del periodo, orientate verso nuovi canoni estetici. Si tratta del completamento dell'edificio della Maddalena (cfr. schede della sezione Ottocento) con la palestra, ad opera degli Uffici Tecnici Comunali, diretti dal geom. Cesare Borgi. Questo fabbricato si pone in netto contrasto con le due ali maggiori del cortile, originariamente aperto e suddiviso in due settori da una leggera manica porticata. Si tratta di un edificio importante, perché le due palestre sovrapposte che lo compongono sono infatti necessarie per il centro storico, fino ad allora sprovvisto di strutture per le attività sportive e scolastiche, cresciute notevolmente nel giro di pochi anni, tanto da rendere obsoleto e passibile di riammodernamenti lo stesso complesso della Maddalena, ormai polo scolastico della città, ospitante numerosi istituti, dalle scuole elementari a quelle professionali. Inoltre, anche dal punto di vista tecnologico, questo edificio presenta delle componenti innovative: i solai dell'edificio, realizzati in calcestruzzo armato, sono infatti tra i primi ad essere realizzati ad Alba. Per consentire la costruzione del complesso vengono demolite le strutture coperte utilizzate per le Esposizioni che fino ad allora avevano avuto luogo in città.
La palestra sul fronte all'interno del cortile, costruita su un modello simmetrico e fortemente assiale, è costituita da un parallelepipedo rettangolare definito da un avancorpo centrale dal profilo circolare, e da una serie di ampie finestre che ne bucano il volume chiaro, concluso alle due estremità da una sorta di basamento e da un imponente cornice. Lo affiancano due corpi simmetrici dai quali sporgono due strutture semicircolari che richiamano, nella forma, il padiglione posto sull'asse principale.
Il cortile chiuso, delimitato sui quattro lati dagli edifici a due piani fuori terra, veniva usato per eseguire gli esercizi ginnici di addestramento imposti dalla ferrea disciplina del regime, ma veniva anche utilizzato dall'Unione Sportiva Albese per gli allenamenti periodici. Viene usato anche, allora come oggi, anche come luogo per allestire gli stand per le esposizioni cittadine.
La facciata sulla via Accademia è decisamente più sobria, caratterizzata da un'estrema ed accurata pulizia e definizione dei volumi, e possiede quel carattere mediatorio che manca al prospetto interno. E' caratterizzata da un arretramento del volume centrale, previsto per ovviare all'esiguità dello spazio di pertinenza dell'edificio sulla via. Oggi questo fronte dà su una piazzola, ricavata dalla distruzione dell'edificio dell'Opera Nazionale Balilla, originariamente prospiciente la palestra.
Questa architettura, spesso criticata per la sua estraneità rispetto all'intorno, oltre che per il fatto di essere espressione di un'immagine architettonica di regime, ha anche rischiato di non sopravvivere: più volte sono state avanzate delle proposte di demolizione, motivate dall'idea di aprire l'antico cortile verso il complesso architettonico costituito dal San Domenico, dal Liceo e dal Teatro Sociale(cfr. schede della sezione Ottocento).
Bibliografia
POZZAGLIO Massimo: L'ex convento della Maddalena ad Alba; rel. Giuseppe Varaldo. - Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, luglio 1986.
CURRADO Roberto: Un intervento architettonico modernista in Alba : la palestra della Maddalena in: Alba Pompeia, n° 1, p. 5-21, anno 2002.
CURRADO Roberto: Reverende monache e chiassosi alunni: l'isolato della Maddalena ad Alba e le sue trasformazioni (1796-2005); rel. Sergio Pace. - Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, dicembre 2005.