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Altare del Santo Crocifisso

Alba, Cattedrale di San Lorenzo, Cappella del Santo Crocifisso

Entrando nel duomo, la prima delle otto cappelle laterali che si incontra a destra è quella dedicata al Santo Crocifisso. L'altare che la adorna è stato disegnato dall'architetto Arborio Mella, che tra il 1867 e il 1872 mette in opera un intervento di ripristino della cattedrale di impianto romanico, riprogettandone l'interno e la facciata in stile neogotico. Oggetto di studio dell'architetto restauratore sono proprio le cappelle laterali, di cui disegna ogni dettaglio, soffermandosi anche sugli arredi, che rispondono all'esigenza di una conformità di stile e ai quali applica gli stessi principi teorici espressi per il restauro degli edifici sacri.
L'altare, dono del vescovo Eugenio Galletti, il cui stemma è inciso centralmente nella struttura marmorea, risponde ai canoni estetici del Mella, per il quale l'ornamento non deve essere esuberante, ma composto da pochi colori equilibrati, accompagnati da un moderato uso dell'oro, che non manca mai negli ornamenti delle sue chiese, a ricordo della pittura "primitiva". L'altare ha una struttura assai semplice, in marmo grigio e bianco presenta pochi elementi decorativi; un solo motivo ornamentale abbellisce la severa mensa squadrata, che reca sul lato frontale una croce bianca. Le esili colonne della parte superiore, alternano il bianco e il grigio e sopra i capitelli corinzi bordati d'oro si innalzano guglie con motivi vegetali, di tipico gusto neogotico. Nella nicchia centrale riquadrata è collocato un Crocifisso, scultura bronzea dell'Ottocento. Opera di grande sobrietà e di severa compostezza, l'altare progettato dal Mella soddisfa l'esigenza principale delle sue sculture e di tutti gli elementi decorativi della cattedrale, volti a restituire la religiosità pura dell'epoca medievale, grande mito dell'arte ottocentesca, esaltata attraverso un restauro celebrativo dello stile Gotico.
Edoardo Arborio Mella nasce a Vercelli il 18 novembre 1808 da una nobile famiglia piemontese. Terminati gli studi liceali, coltiva da autodidatta i suoi interessi per l'architettura, guidato dal padre, dilettante di questa disciplina. Intraprende numerosi viaggi studio in giro per l'Europa e il frutto delle sue ricerche sarà la stesura della prima parte dell'opera Elementi di architettura gotica da documenti antichi trovati in Germania, pubblicata nel 1857. Dato l'immediato successo del testo, il Mella inizia la carriera di restauratore, infatti viene chiamato in qualità di esperto d'arte antica per i restauri di numerosi edifici sacri del Piemonte e dell'Italia centrale. Muore a Vercelli nel 1884.

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