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Servo di Jahvè

Rodello, cappella "Concilio Vaticano II"

Sopra la mensa liturgica si trova il piccolo crocifisso in metallo di struggente bellezza. L'icona del crocifisso ritorna costante nella produzione artistica di Montali, che ha dipinto numerose tele con Cristo in croce; l'artista era affascinato dal volto di Gesù, al punto da averlo proposto e riletto, rivisitandolo non solo in pittura, ma anche nella scultura e nelle vetrate. L'immagine più ricorrente è quella di Cristo straziato dalla sofferenza e dal dolore fisico, che ne piega il corpo esamine, ormai teso verso il basso. Gesù divenuto uomo, mostra la propria debolezza fisica e in essa il fedele riscontra l'immagine di sé, mortale destinato a soffrire lungo il cammino della vita. Il Servo di Jahvè del profeta Isaia prefigura, dunque, il Cristo che ha accettato di morire sulla croce per la salvezza dell'uomo. Presenza dolente riassume in sé l'intera sofferenza dell'umanità.
L'immagine scultorea si disfa nella dissoluzione del metallo, che pare modellarsi come cera nelle forme del Cristo morente. L'elegante e sobria struttura geometrica della croce si contrappone all'intenso espressionismo del servo di Jahvè, dal corpo ormai ridotto a scheletro, dal volto raggelante, serrato in una smorfia di dolore, in un urlo trattenuto. Scarno, con lunghe ciocche di capelli che scivolano esili sulle tempie e sottile barba, che contorna il viso, questo ritratto incisivo è di grande intensità espressiva. Il corpo barbaramente inchiodato pende lungo la croce, disegnando una esse, le braccia cadendo inermi formano un'ampia curva sopra la nuca e l'essenzialità scultorea adottata da Montali rivela una grande padronanza di tale tecnica. Scrive A. Mistrangelo: In Montali la figura di Cristo appare trasfigurata in una rappresentazione che nulla concede a facili soluzioni tecniche, ma affiora la sua illuminante spiritualità.
Recentemente scomparso, febbraio 2001, nella sua ultima residenza di Pinerolo, Dedalo Montali, nato a Cagliari nel 1909, ha viaggiato molto durante la sua vita ed ha avuto occasione di conoscere i più importanti esponenti della cultura del XX secolo.
Trasferitosi ventenne a Milano, egli studia all'Accademia di Brera ed entra a fare parte della cerchia artistica dei pittori della Galleria d'arte il Milione; esperienza che contribuirà a sviluppare la poliedricità del suo linguaggio figurativo. Si sposta più volte percorrendo l'Italia e nel 1942, trasferitosi a Fucecchio, viene catturato dai soldati tedeschi e deportato in un campo di concentramento in Austria. Tra il 1970-72 viene incaricato da don M. Battaglino di ideare la cappella della residenza per anziani di Rodello, opera monumentale, che lo vede affrontare il tema dell'arte sacra, trattata con linguaggio contemporaneo. Questa importante esperienza lo legherà alle Langhe e a Rodello in particolare dove viene sepolto.

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