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All'Alpino

Alba, Giardino "Divisione Alpina Cuneense"

Pietro Canonica è conosciuto come il più noto artefice di monumenti celebrativi, che ricordano le gesta dei soldati italiani, morti in guerra durante il secondo Conflitto Mondiale. Lo scultore elaborò diversi tipi iconografici: dall'alpino, al fante morente, al soldato che incede con la bandiera italiana. L'immagine dell'alpino affiancato dal proprio mulo è un prototipo studiato nel 1921-1922, poi sfruttato in numerose occasioni e adottato in vari contesti: troviamo infatti suoi monumenti a Susa, Biella, Chivasso, Chieti per ben diciassette presenze, tutti commissionati dai locali comitati per le onoranze ai caduti.
Le sculture non sono tutte uguali, ma si esprimono in differenti tipologie, dalla lapide, al cippo, al faro della vittoria, alla corona in bronzo. Pur partendo da un comune prototipo, le opere vengono sempre contestualizzate, Canonica le lega al città di appartenenza, attribuendo alle figure i tratti somatici distintivi del luogo di provenienza del soldato, ad Aosta, per esempio, l'alpino ha la fisionomia rude del montanaro.
Il monumento di Alba, collocato nel giardino dedicato alla Divisione Alpina Cuneense, reca una targa che cita: In memoria dell'alpino Pietro Ferrero e degli alpini albesi. Dono della Sig.ra Piera Cillario, ved. Ferrero alla città di Alba. L'opera vuole ricordare i tremila e cinquecento alpini ventenni, morti sul fronte russo, durante la seconda Guerra Mondiale.
Su un doppio basamento in calcestruzzo, caratterizzato da un piccolo dislivello, troviamo nella parte più bassa, il mulo a grandezza naturale, bardato a guerra, che trasporta un pezzo di cannone sulla schiena. Colto nel suo lento incedere, l'animale lascia trapelare dall'espressione del muso la fatica della guerra, ha le orecchie abbassate all'indietro in segno di sofferenza e di stanchezza fisica.
L'alpino sull'estremità più alta del piedistallo, a simulare la cima della montagna, fa da sentinella. Il viso, dai lineamenti fini e con folti baffi, ha l'espressione di attesa, di chi resta fermo e zitto ad origliare i passi del nemico, affrontando il pericolo per difendere la patria. Ritto in piedi, con il volto di tre quarti, la gamba destra leggermente sporta in avanti, indossa la divisa, con la mantella che scende scostata sulla spalla destra, il cappello con la penna e tra le mani regge la baionetta. Non è colto durante un'azione di combattimento, ma questa figura riassume in sé i caratteri distintivi di tutti gli alpini, qui commemorati in modo celebrativo, come negli antichi monumenti, in cui il soggetto veniva ritratto con espressione fiera.
Realizzato in bronzo seguendo diverse fasi lavorative: si parte dall'armatura, alla modellazione, alla formatura per arrivare alla fusione, il gruppo scultoreo è costituito da due figure separate, ritratte nei rispettivi ruoli. Tuttavia, seppure distanziati, fisicamente e visivamente, essi partecipano della stessa situazione: il contesto bellico, che ha come sfondo il paesaggio montuoso delle Alpi.
Pietro Canonica nato a Moncalieri nel 1869, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Torino. A partire dal nuovo secolo, ottiene presto un crescente successo anche all'estero, partecipando a numerose mostre.
Dal 1922 si dedica alla realizzazione di monumenti ai caduti, dislocati principalmente in Piemonte; questa tipologia di sculture caratterizzerà tutta la sua attività artistica, procedendo parallela alla realizzazione di monumenti funebri, in cui lo stile è più asciutto. Nominato senatore a vita nel 1950 Per aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo artistico, passerà a dedicarsi all'altra sua grande passione: la produzione musicale e nel 1953 a Roma (dove nel frattempo si è trasferito) verrà rappresentata la sua "Medea". Lavora instancabilmente fino alla fine dei suoi giorni; egli si spegne a Roma nel 1959.

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